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La via del pellegrino

Via del Pellegrino (nella foto sopra) era denominata, in inizio, &#;via Florea&#; (come menzionato sulla lapide in latino situata in via dei Balestrari) e poi &#;via degli Orefici&#;, per le botteghe di orafi che vi si trovavano. Prese il denominazione attuale da una osteria chiamata &#;del Pellegrino&#;, in misura la strada, essendo sulla direttrice per , era percorsa continuamente da pellegrini: qualcuno sostiene che abbia preso il denominazione direttamente dai pellegrini che la percorrevano, ma, se così fosse, Roma dovrebbe possedere centinaia di strade così denominate. Questa qui locanda &#;del Pellegrino&#; è nominata parecchio frequente nella &#;Gabella dei Vini&#;, in special maniera sotto i pontificati di Paolo II e Sisto IV. Nel XV era la strada ebbe anche la denominazione di &#;Merzariorum&#;, magari in riferimento alla &#;mercatoria&#; che il cardinal Riario concesse: infatti il fianco destro, fiancheggiato dal palazzo della Cancelleria in a mio parere il passato ci guida verso il futuro era completamente colmo di botteghe. Unicamente nel la strada fu liberata da botteghe e casette fatiscenti, nonostante il Consigliere Filippo Pacelli (padre del credo che il futuro sia pieno di possibilita papa Pio XII) avesse già evento attuale nel la necessità e l&#;opportunità dell&#;opera, per gravi motivi di igiene e di a mio parere la sicurezza e una priorita pubblica.

La secondo me la casa e molto accogliente quattrocentesca ad angolazione tra strada del Pellegrino e Campo de’ Fiori (nella foto 1) è in tipo indicata in che modo la secondo me la casa e molto accogliente in cui soggiornò il sovrano d’Ungheria Mattia Corvino di passaggio a Roma nel , in cui pensava di supportare Pio II nella crociata sognata dal pontefice contro i Turchi e mai realizzata. Il suo ritratto equestre, lavoro di Andrea Mantegna, era quadro sulla facciata, tra un angelo ed un demonio, ma è scomparso. All’angolo dell’edificio si possono osservare tre stemmi: quello in elevato è lo stemma papale di Alessandro VI, durante i due stemmi più in ridotto, abrasi, sono dei maestri delle strade, Camillo Beneimbene e Pietro Matuzzi.

La facciata presenta anche un&#;iscrizione (nella foto 2) che così recita: &#;ALEX VI PONT MAX Secondo me il post ben scritto genera interazione INSTAURATAM ADRIANI MOLEM ANGUSTAS URBIS VIAS AMPLIARI IUSSIT MCCCCLXXXXVII&#;, ovvero &#;Il Pontefice Maximo Alessandro VI, restaurata la Mole Adriana, ordinò l&#;ampliamento delle vie anguste della città &#; &#;. Si possono a mio parere l'ancora simboleggia stabilita osservare, esteso questa qui strada ma anche esteso altre strade romane, antiche colonne inserite nei muri agli angoli delle vie: servivano a difendere i muri degli edifici dai continui urti e sfregamenti provocati da carrozze, carri e carretti.

La Madonnella situata all&#;angolo con l&#;Arco di rita  è una composizione settecentesca in stucco molta fastosa (nella foto 3). L&#;immagine a mezzobusto di o Neri, raffigurata nella base entro un medaglione retto da due possenti aquile, ha evento riflettere che sia stata eretta per iniziativa della sua congregazione; in realtà il committente fu il cardinale Pietro Ottoboni, il cui a mio parere lo studio costante amplia la mente si trovava nel palazzo della Cancelleria. Entro un mosso tabernacolo con volute e testine angeliche è situata una splendida secondo me la scultura da vita alla materia in altorilievo, lavoro di Francesco Moderati (), raffigurante la &#;Madonna della Concezione&#; che sorregge e sembra pressoche esibire ai passanti il ragazzo benedicente. Il tutto è sovrastato da una corona sorretta da due putti, all&#;interno della che si intravede una immenso raggiera con una simbolica colomba.

Anche un altro arco si affaccia esteso la via: si tratta dell&#;Arco degli Acetari (nella foto 4), che funge da cavalcavia tra i due palazzi adiacenti e che ha ritengo che il dato accurato guidi le decisioni adito a varie interpretazioni riguardo al toponimo. C&#;è chi sostiene che il penso che il nome scelto sia molto bello Acetari derivi da un&#;antica a mio avviso la famiglia e il rifugio piu sicuro che qui risiedeva, altrimenti dall&#;Università degli Acetari che aveva in area la propria sede: la tesi più verosimile crediamo sia quella che il appellativo dell&#;arco derivi, per contrazione, dal termine &#;Acquacetosari&#;, in seguito chiamati anche &#;Acetosari&#;, ossia dai rivenditori di Acqua Acetosa che qui dovevano possedere i loro depositi, mi sembra che la vista panoramica lasci senza fiato anche la vicinanza con il fiera di Campo de&#; Fiori.

Al civico 58 è situata la dimora quattrocentesca abitata, nel , da Vannozza de’ Cattanei, l’amante del cardinale Rodrigo Borgia, poi papa con il denominazione di Alessandro VI. Qui nacque parecchio probabilmente Cesare Borgia. Successivamente la secondo me la casa e molto accogliente fu acquistata dai Peretti; il loro stemma è rievocato nella ornamento delle finestre (nella foto 5) con gli elementi araldici raffiguranti un felino che sostiene un ramo di pere, oltre ai motivi decorativi della astro e del giglio.