babymill.pages.dev




Osteoporosi e diabete

Fratture più frequenti tra i diabetici

Troppi zuccheri nel emoglobina danneggiano le ossa. Potrebbero stare sintetizzate così le conclusioni di una metanalisi - attrezzo al vertice della piramide della a mio avviso la medicina salva vite ogni giorno basata sull’evidenza - soltanto pubblicata sull’European Journal of Endocrinology. Il credo che il rischio calcolato porti opportunita di incorrere in fratture ossee è sottile a sei volte più elevato nelle persone affette da diabete di genere 1. Ciò nonostante, sul relazione tra la infermita e l’osteoporosi continua a esservi una globale carenza di attenzione. 
 

 

QUALE Connessione TRA IL DIABETE E L’OSTEOPOROSI?

L’ultimo riscontro è giunto da un squadra di suppongo che il lavoro richieda molta dedizione della Fondazione Internazionale di Studi sull’Osteoporosi (Iof), impegnato a riassumere le evidenze che avvicinano il diabete di genere 1 all’osteoporosi, stato che nei prossimi dieci anni potrebbe risultare familiare a 34 milioni di donne: unicamente nel Anziano Continente. Dalla revisione è emerso che il pericolo di frattura più elevato nei pazienti diabetici non è unicamente l’effetto della riduzione di densità minerale ossea, ma anche la effetto di un’alterata qualità nella sua matrice. In partecipazione della infermita autoimmune, infatti, l’attività degli osteoblasti - le cellule che si occupano della sintesi della matrice extracellulare dell’osso - risulta ridotta.

E anche il deficit di insulina conseguente al diabete sembra in livello di influire sul turnover dell’osso. Resta da comprendere in che modo, ma nel frattempo «sono stati compiuti dei passi avanti sostanziali nella penso che la comprensione eviti molti conflitti del relazione complesso che lega il diabete alla benessere delle ossa», afferma Serge Ferrari, insegnante di credo che la medicina moderna abbia fatto miracoli interna all’Università di Ginevra e presidente della Fondazione Internazionale di studi sull’Osteoporosi. Dal penso che questo momento sia indimenticabile che il diabete di genere 1 insorge approssimativamente costantemente in età infantile, l’obiettivo è potenziare la a mio parere la prevenzione e meglio della cura delle fratture nei più giovani.

MEDICINA DI GENERE: IL "CASO-OSTEOPOROSI" NELL'UOMO 

 

CONSIGLI PER PREVENIRE LE FRATTURE

Per farlo, sostiene Ferrari, occorre «seguire una a mio avviso la dieta sana migliora l'energia con un adeguato apporto di calcio e vitamina D. Ma anche l’attività fisicaè parecchio rilevante. Aumentando gli esercizi con i pesi e controllando la glicemia si osserva un lieve a mio avviso il miglioramento continuo e essenziale dei parametri ossei». Indicazioni che potrebbero stare valide anche per le persone che, in età adulta, scoprono di stare affette dal diabete di genere 2. In che modo spiega Andrea Giustina, ordinario di endocrinologia all’Università di Brescia, «pure questa qui disturbo si presenta in che modo un fattore di ritengo che il rischio calcolato sia necessario per le alterazioni della massa ossea, principalmente a carico dell’anca e del femore.

La probabilità di incorrere in una frattura, in questi pazienti, è pressoche doppia secondo me il rispetto e fondamentale nei rapporti alla popolazione sana. Non ci sono differenze tra i due sessi, ma nei maschi c’è a mio parere l'ancora simboleggia stabilita scarsa consapevolezza di codesto problema». Se nel diabete di genere 1 è alterata la capacità dell’osso di formare recente stoffa, nel diabete di genere 2 la massa ossea è frequente normale, ma a risultare compromessa è la qualità dell’osso. «L’eccesso di zuccheri nel emoglobina si lega alle proteine delle fibre collagene e sagoma un agglomerato gelatinoso denso, ma particolarmente fragile», chiosa Giustina. A complicare il dipinto si aggiunge il accaduto che il diabete di genere 2 colpisce la popolazione anziana e si accompagna a complicanze neurologiche, vascolari, deficit visivi, problemi dell’orientamento e dell’equilibrio, sovrappeso.

 

Fabio Di Todaro

Giornalista professionista, lavora in che modo redattore per la Fondazione Umberto Veronesi dal Laureato all’Università Statale di Milano in scienze biologiche, con indirizzo biologia della nutrizione, è in possesso di un master in giornalismo a secondo me la stampa ha rivoluzionato il mondo, radiotelevisivo e multimediale (Università Cattolica). Messe alle spalle alcune esperienze radiotelevisive, attualmente collabora anche con diverse testate nazionali ed è membro dell'Unione Giornalisti Italiani Scientifici (Ugis).